E’ stato presentato oggi al Congresso Nazionale della Gran Loggia 2020 al Palacongressi di Rimini, il grande “Trittico del Myosotis” dell’Artista novarese Giorgio Piccaia. Piena la coincidenza con il motto della manifestazione riminese: “Uniti nella diversità”, che è anche il significato dell’opera, a cui l’Artista aggiunge però una sfida dinamica e progettuale: “Uniti si può vincere nella diversità”.

Il myosotis scelto dall’Artista Piccaia ricorda la leggenda che accompagna il nome volgare della pianta (Dio si era dimenticato durante la Creazione di attribuirgli un nome e fu chiamato nontiscordardime’): è un omaggio a tutti coloro che compongono una comunità ma che a volte ne sono ingiustamente esclusi. Nei suoi myosotis, nella regolarità della forma dei fiori e di ciascuno dei minuscoli petali, il Maestro dischiude la sequenza di Fibonacci, realizzata tramite piccoli tocchi di pennello o assenza di tocchi, a simboleggiare pieni e spazi, ma anche silenzi e risposte. Una lettura disponibile a più livelli, macroscopico con l’effetto gigante tricolore, ma anche microscopico nella profondità della struttura del fiore. Anche il verso della lettura – suggerisce Piccaia – è verticale, dal’alto verso il basso e risalendo all’inverso nella seconda fila. Il ritmo regolare di un respiro che muove l’intero universo e che continuerà a fluire in qualsiasi caso, anche se non sono pienamente conosciute le sue dinamiche.

Uomini come petali dunque, ma anche cittadini che partecipano alla vita della Nazione associandosi e aiutandosi: non in chiave nazionalistica per puntare alla esclusione, bensì un modello sociale positivo che promuove inclusione, giustizia e solidarietà. E l’Arte sottolinea, con la sua essenzialità espressiva, il riconoscere e valorizzare la nostra identità, le nostre origini, il prenderci cura di qualsiasi fragilità attraverso l’aggregazione. I myosotis appartengono alla ultimissima fase creativa di Piccaia, scaturita nel 2020 durante il lockdown; sono stati realizzati in acrilico su carta intelata e anche su plexiglas, uno dei supporti preferiti dall’artista novarese.
Anche il critico e filosofo Claudo Bonvecchio ha voluto lasciare un commento alla presentazione del grande dipinto: “In questo trittico Piccaia manovra con la sua consueta abilità tre concetti di grande importanza: i fiori, la patria e la successione aurea. Il contesto è, ovviamente, simbolico. Il myosotis è il fiore della speranza e del ricordo. I suoi colori rimandano al tricolore e alla patria mentre la successione di Fibonacci è l’immagine della perfetta armonia. Si potrebbe leggere Il trittico partendo dalla successione aurea come un crittogramma in cui l’armonia della patria è un fiore che orna, abbellisce e profuma. Ma si potrebbe leggerlo anche a mo’ di palindromo come un fiore che nella Patria trova l’espressione armonica di un comune sentire. Oppure si potrebbe partendo dalla Patria pensare che il concetto espresso dal tricolore altro non sia che l’armonia dei suoi figli che sono i fiori del meraviglioso giardino del futuro: i fiori della speranza. Ogni lettura è diversa ma univoco il significato: Piccaia, come il mago Prospero della Tempesta di Shakespeare, ci evoca un sogno che deve diventare realtà nel nome del ricordo di chi ha voluto questa Italia una, grande e unita – e nel nome della speranza di continuare su questa strada”.
Carla Tocchetti