E’ stata una serie di incontri fortunati a condurre Eugenio Galli nelle braccia dell’Arte come scelta di vita. Stimato imprenditore gioielliere, con una sensibilità per il design nella sua forma più preziosa, Galli ha sempre integrato il suo operare con studi specifici sia sulle continue avanguardie del gusto per il Bello, che sulle tecniche, i materiali, affascinato dal saper fare della migliore tradizione orafa italiana. Un passato essenziale per la decisione, giunta nella piena maturità, di dedicare più spazio alla possibilità di esprimersi personalmente. L’obiettivo di Galli diventa lavorare direttamente a una visione estetica nella sua forma più pura, quella che attraverso l’oggetto artistico possa innescare un ampio scenario di emozioni: curiosità, attrazione, appagamento, serenità, delicatezza, ispirazione, desiderio, energia, elevazione, sogno.

L’incontro fondamentale, di quelli che cambiano la vita, è con Gianni Arde, carismatico artista lombardo e amico personale, che a metà anni ’90 apre le porte dello studio seregnese a Galli: il gioielliere smette i panni dell’imprenditore e riprende quella passione che ha sempre avuto fin da quando era ragazzino. “Sentivo che era venuto il momento di dedicare, senza più indugi, tutto me stesso, alla mia formazione di artista”, dice Galli. Intraprende uno studio intensissimo, fatto di ore e ore di allenamento nelle varie discipline, osservando i maestri. Arde, già scultore ispirato da Manzù e Mario Radice, ma anche pittore, incisore e fotografo, lo conduce a scoprire dentro di sé una dimensione di artista eclettico, pronto a cimentarsi su vari fronti materici. Non solo, vista la sua familiarità con il pubblico, Arde coinvolge Galli anche nella propria galleria d’arte: fino al 2007, anno della scomparsa del Maestro, insieme promuovono artisti con i quali si stabilisce un fertile confronto.

Da questi incontri Galli esce rafforzato nella sua autonomia dagli schemi e dalle strade precostituite. Ciò che conta alla fine, è la Bellezza in sé, priva di canone. La Bellezza di un’opera in grado di portare l’osservatore su piani intellettuali ed emotivi che si staccano dalla mera osservazione superficiale e che ti travolgono come un’onda portante, per citare le parole di Galli. Gli daranno ragione anni di incontri in cui questo piccolo miracolo avviene: con i numerosi collezionisti diventati poi amici, con curatori e galleristi che lo invitano a esporre, con esponenti che lo introducono nel mondo culturale anche internazionale. Di questo restano numerose testimonianze, alcune davvero entusiastiche, rese dai suoi interlocutori, oltre a premi e riconoscimenti anche internazionali.
“Sin dal primo impatto si capisce che le opere di Eugenio Galli sono relazionali. Ci troviamo di fronte a un mondo capace di attingere a tutte le dimensioni al fine di comunicarti qualcosa. Di fronte a linguaggi e comportamenti non monodimensionali, bensì a linguaggi e comportamenti che riescono a penetrarti, come tutta la matericità delle opere di Eugenio Galli”, disse Milly Moratti, ospitandolo nella propria galleria.
“Ciò che più mi colpisce da sempre dell’arte di Eugenio Galli” spiega Elisabetta Armiato, già prima ballerina interprete del Teatro alla Scala e Presidente di PENSARE oltre Movimento Culturale, “è la sua totale spontaneità. Nella mia esperienza di oltre 35 anni sul palco del Teatro alla Scala, il mio desiderio più profondo è sempre stato quello di generare un senso di meraviglia. Io non volevo che il pubblico si preoccupasse di quali pirouette facevo, quanto alto saltavo, quanto il mio gesto tecnico fosse impeccabile. Volevo che il pubblico provasse un senso di meraviglia, di spazio, di bello. Ora, come lo sai- direte voi- che qualcosa è bello? Tu dici semplicemente: “Che bello!”. Perché ti fa star bene. Questo è il senso spirituale più bello che Eugenio ha messo dentro le sue opere. Io ho soltanto due quadri nel mio studio, che è completamente minimale, pieno di spazi, avendo io sempre bisogno di muovermi. Si tratta di due tele, i multimaterici bianchi. Li ho scelti per questo motivo: non sono questi quadri che mettono dentro qualcosa a me, ma io che metto dentro qualcosa a loro. Un giorno queste opere mi sembrano più forti, un altro più sognanti. Questa è la magia dei quadri di Eugenio. La bellezza che vedete nelle opere di Eugenio Galli è un’emozione che mettete dentro voi. E questo è raro. Siamo di fronte a un autore che è riuscito a spogliarsi di canoni riconosciuti come valori. Certo, è indubbio che, alla base, ci sia una competenza tecnica enorme: ma a noi questo non importa. A noi importa guardare queste opere, e sentirci bene. Io lo ringrazio moltissimo Eugenio per avermi “vestito” la casa, per avermi “vestito” gli spazi di estetica quotidiani. Eugenio è un pittore che è stato capace di andare oltre”.
Carla Tocchetti
Visite allo studio di Eugenio Galli a Seregno sono in programmazione. Segui questo link per restare aggiornato.
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