Debiti e crediti nella pittura dei grandi Maestri sono una costante attraverso i secoli dell’Arte europea, e neppure Enrica Turri si sottrae a questa felice regola. Il filo rosso nella poetica della pittrice varesina è il medesimo che il Marmottan di Parigi mette in luce in questo 2020 così difficile per le grandi esposizioni, attraverso “Cèzanne et les maîtres. Rêve d’Italie”, esposizione che ricostruisce per la prima volta il rapporto strettissimo che lega Cèzanne all’Italia.
Frequentando negli anni ‘30 a Milano la scuola del chiarista lombardo Gino Moro, Enrica Turri (1917-2005) certamente si confrontava con gli altri artisti che frequentavano il cenacolo artistico, a proposito della rivoluzionaria ricerca sul chiaroscuro di Paul Cèzanne, considerato precursore del Posti-Impressionismo e del Cubismo. Cèzanne era morto ai primi anni del secolo ma aveva lasciato una eredità artistica che numerosi maestri italiani, tra cui Morandi, Boccioni, Pirandello, Carrà, Ardengo Soffici, Alberto Sironi, stavano portando avanti proprio in quegli anni, come documenta la mostra parigina.

Sappiamo che il Maestro francese, come del resto ogni artista italiano che rispetti la storia dell’arte nazionale, leggeva i classici e Virgilio, frequentava le sale italiane del Louvre, studiava i temi, la pennellata, l’uso della luce e del colore dei grandi maestri italiani come Tintoretto. Cézanne si nutrì innanzitutto di pittura veneziana ma risentì anche dell’influenza della scuola napoletana e della sua ricerca proprio sul chiaroscuro. Nel solco di quella esperienza, anche Enrica Turri trovava ispirazione nella cultura classica e nelle qualità luminose del paesaggio mediterraneo, in grado di affascinare ogni osservatore attraverso una bellezza diffusa e cangiante.



E molti temi di Cèzanne vengono sperimentati con sincera sensibilità anche da Turri, soprattutto negli anni che precedono la guerra: negli acquarelli e negli oli su tela e su legno compaiono paesaggi, vedute, nature morte, e alcuni ritratti. E dopo la guerra, esattamente come fu per Cèzanne cinquanta anni prima, grazie alla decisione di ritirarsi a dipingere senza alcuna pressione esterna, anche per Enrica Turri prevarranno i temi legati all’intimità del proprio mondo, oggetti, piccoli arredi, una finestra, frutta.
Ancora visitabile oggi presso lo studio di Penasca di San Fermo a Varese, la cospicua produzione di Enrica Turri rende con armonia ed equilibrio di forme, colori e luce, le infinite variazioni della bellezza degli elementi quotidiani, semplici, minimi, che però hanno quella sottile perfezione in grado di conferire poesia ad ogni istante che viviamo.
Carla Tocchetti
VISITA ALLO STUDIO
Domenica 5 luglio 2020 è in programma la visita allo studio varesino di Enrica Turri a Penasca di San Fermo. Alle ore 11.30 e alle ore 12.15 nell’ambito del programma arteinstudio.com l’associazione Beautiful Varese nel pieno rispetto delle normative DPCM organizza visite private allo Studio, con spuntino organizzato nella corte seicentesca antistante lo studio. I posti sono limitati e si può accedere solamente previa conferma della prenotazione. Per informazioni e costi contattare carlatocchetti@gmail.com
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