Varese, interno giorno. Una costruzione novecentesca in mattoni dall’ inconfondibile skyline industriale ci ricorda quando la città era Capitale della Velocità e il tessuto urbano integrava l’indotto di una operosa filiera. Nel cortile spazioso si affacciano battenti in ferro e grandi vetrate – “Qui si producevano torni a controllo numerico, era una piccola eccellenza artigianale” ricorda Angelo Zilio mentre ci introduce nel suo Studio ricavato nella campata del reparto verniciatura.

Una testa rossa in terracotta, ritratto dell’Artista Angelo Zilio, padrone di casa, ci accoglie come icona protettrice della casa e del focolare. Indubbiamente qui il fuoco è di casa. Una catasta di legna ci anticipa le cotture spettacolari di Angelo Zilio, autore con i suoi forni viaggianti di incredibili eventi open air che hanno il pregio di avvinghiare l’attenzione del pubblico durante la lunghissima diretta della cottura di una scultura. Più oltre, il loft prevede due forni in una zona tecnica che include anche macchine per lavorare la terra, un tornio, scaffali per l’essiccazione.
Abbiamo la fortuna di vedere all’opera uno dei rari eredi della tradizione ceramica varesotta, un tempo molto conosciuta e praticata in antiche fornaci su tutto il territorio provinciale. Mettendo a frutto tecnica e umanità con un profondo lavoro di consapevolezza sulla propria identità, Angelo Zilio ha saputo integrare geni di origine veneta (il padre aveva lavorato alle fornaci Marchesane, nella zona di produzione della ceramica tra Nove e Bassano), la frequentazione della fornace Ibis dei Robustelli a Cunardo, dove hanno cotto i più grandi Maestri internazionali, con appassionate ricerche in altre patrie della ceramica italiana, e incontri con valenti artisti contemporanei (su tutti quello con Shozo Michikawa e la cultura orientale).
La traiettoria di evoluzione dell’Artista Zilio riflette una preziosa caparbietà che lo ha proiettato in breve tempo verso riconoscimenti importanti anche internazionali.
Tranquillamente seduti tra i piedistalli espositivi, l’Artista vasaio e filosofo racconta della sua devozione artistica a mostri sacri come Lucio Fontana, Carlo Zauli e Miquel Barcelò. Mentre chiacchieriamo in semplicità, sentiamo occhi curiosi puntati su di noi, provenienti dalle forme esposte, che ad un secondo sguardo rivelano particolari zoomorfi – musi di cavalli principalmente, ma anche apertura alare di un rapace, la sagoma di una capretta, il digrignare di un orso marsicano, realizzati a partire dalla più antica forma ceramica, quella del Rython, che per un ceramista è l’origine di tutto.

Anime animali tra le quali una in particolare abita l’immaginario di Zilio: Pegaso, il mitico cavallo alato nato dalla terra e foriero delle folgori di Zeus, protagonista del suo (per ora) ultimo capitolo artistico, realizzato a Sticciano nel fiorentino per un evento con forno spettacolare e a Nove in prossimità di Bassano del Grappa per una residenza d’Artista. “Nel gesto” spiega Angelo citando i fondamentali di Fontana” c’è la dichiarazione di voler imprimere nella materia, il senso della bellezza, e della sacralità. Il valore del gesto assume il valore della preghiera”.
Carla Tocchetti
Il progetto ARTEinstudio organizza visite guidate allo Studio di Angelo Zilio, la cui fattibilità e’ attualmente vincolata dalle ordinanze di contenimento a causa della pandemia. Nel sito arteinstudio.com alla voce “Contatti” è possibile lasciare il proprio indirizzo email per essere avvertiti di questo e altri eventi in programma
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