Della perduta carnalità tra Artista e pubblico

E’ stato il vicedirettore di Artslife, il giornalista e critico Luca Zuccala membro del direttivo di Wopart Lugano, a lanciare il grido d’allarme che covavamo da tempo.

Possiamo essere felici che i musei riaprano il 18 maggio ma il Ministero è già pronto con l’ordinanza che impone il vincolo di distanziamento sociale, dispositivi di protezione, igienizzazione degli spazi, e adeguamento dei sistemi di areazione. Come raccapezzarsi tra virtuale e reale? Il virtuale, se privo della visione di costruire una nuova fruizione, non basta più.

Foto di Silentpilot–1897260

“Abbiamo avuto due mesi per capire che il digitale non ha portato il successo sperato…” dice Zuccala. “Le famigerate online viewing rooms sono un buco nell’acqua … le piattaforme come artsy vendono prevalentemente contemporaneo a qualche decina di migliaia di euro… Le opere vanno spiegate, analizzate, amate, toccate e tutto il resto di carnale che ben sappiamo, quindi la fiera e la dimensione fisica che rappresenta è unica e insostituibile. Ma al momento sembra proprio una follia fare una fiera, ne erano previste quaranta nei quattro mesi dopo l’estate.”

Il non senso delle fiere d’arte nei prossimi mesi. Da miart accanto all’ospedale Covid alle sue congiunte sparse per il mondo

In questo incerto scenario i curatori delle location sono all’opera rimboccandosi le maniche con ciò che si ha a disposizione: creatività e innovazione.

“Porte aperte sì, tenendo però sotto stretta osservazione però la capienza delle sale, la disponibilità degli spazi, le distanze di sicurezza personali” afferma Laura Larcan sul Messaggero. “Le direttive devono essere rimodulate da museo a museo, distinguendo tra edifici grandi e ambienti più stretti, aree all’aperto, realtà abituate a grandi numeri e realtà meno gettonate dai flussi di massa.”

Foto di geralt Pixabay

Aggiungiamo noi, insieme a una valutazione sull’impatto organizzativo del personale di custodia, alle indicazioni per tutti gli oratori e le chiese, che musei non sono e che restano per ora privi di indicazione, e all’estensione della durata delle mostre che hanno necessità di raggiungere una massa critica di visitatori.

Dall’analisi della Larcan affiora intanto una nuova valutazione che lega la politica della cultura a quella del turismo.

A Firenze, Eike Schmidt curatore degli Uffizi sottolinea che “Il turismo internazionale quest’ anno non ci sarà, avremo un pubblico di fiorentini senza sottovalutare una quota di visitatori extracittadini, di prossimità, da tutta la regione”. “Sarà il momento per il pubblico di riscoprire e riappropriarsi del proprio territorio – commenta Flavio Enei direttore del Museo del Mare e della Navigazione antica del Castello di Santa Severa – “In assenza di turismo internazionale, serve uno sforzo di promozione sistematico dell’Italia agli italiani. I piccoli musei di prossimità avranno un ruolo fondamentale per dare impulso alla riscoperta delle nostre origini”.

https://www.ilmessaggero.it/italia/coronavirus_musei_fase_2_apertura_maggio_accessi_scaglionati_distanze_tour_guidati-5193341.html

Per concludere, aggiungiamo che molti saranno i nuovi spazi per chi voglia promuovere l’arte nella fase 2 e oltre. Per esempio il progetto-pilota arteinstudio.com costruisce una community da coinvolgere attraverso visite agli Studi d’Artista, oppure nascono nuove possibilità di utilizzo per le location che possono contare su una certa flessibilità strategica e di pianificazione, come le temporary exhibition su appuntamento con i collezionisti, che erano già in studio a Varese al Battistero di Velate.

Carla Tocchetti


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